sono qui, ai confini della città morta.....
con occhi attoniti guardo le macchine coltivatrici ferme e le fabbriche silenziose....
osservando bene, nella bruma del mattino, si intravedono in lontananza altri agglomerati urbani, totalmente senza energia, come il mio....
si sentono solo urla ovattate, per la distanza...... e posso immaginare chi urla: quei pochi che erano collegati nel momento di crisi del sistema....
i ricordi ribollono dentro me: avevo camminato, nei miei anni, di speranza in speranza come quando passi di sasso in sasso, per attraversare un torrente...
ora vorrei, ma non riesco proprio, ricordare quando tutto iniziò, ho presente solo il momento in cui entrammo nelle nuove unità abitative: 4 pareti schermo e poco altro, una mansione semplice assegnata ad ognuno di noi, il pensiero assente .. ..
e, in quel momento, finirono pure i contatti fra individui....
però pensieri e desideri ancora si agitavano e creavano di continuo nuovi sassi, ma quel il torrente non finiva mai...
non so se per illusione o disperazione, vedevo sempre la sponda da raggiungere, anche se ogni giorno più sfocata, e i sassi più traballanti e il fiume più rabbioso....
così per delusione, o stanchezza, la mia mente si acquietò, e continuai a vivere per inerzia...